
A settembre compitò 40 anni. Com’è possibile?
Mi sento vecchia senza sentirmi adulta.
In particolar modo avverto un terribile senso di disagio quando mi devo confrontare con i maestri, i professori dei miei figli. Poco fa ho dovuto affrontare un colloquio con la professoressa di matematica del mio primogenito, ed è stato un disastro. Erano le 8:30 del mattino, io ero scesa un attimo per accompagnare la piccola all’asilo abbigliata con pigiama coperto da piumone viola, Doctor Martens ai piedi sopra a calzini antiscivolo, occhiali da sole appannati da mascherina e tanta voglia di bere un caffè.
Mentre tornavo a casa sognando la colazione, mi chiama la scuola del grande chiedendomi se potevo passare solo per firmare un modulo in segreteria. Vabbè è di strada, ci vado subito e mi tolgo il pensiero. Una volta firmato il modulo, la bidella mi dice con aria candida; “Può aspettare un attimo che la professoressa le vuole parlare?”.
Praticamente un’imboscata. Nel cervello ho solo un criceto che gira sulla sua ruota ad occhi chiusi. Ho seriamente pensato di scappare, ma poi mi sono ricordata che gli spostamenti tra regioni sono ancora vietati e avrei fatto una brutta fine.
Mentre attendevo ero sicura che tutte le persone che mi passavano davanti parlavano male di me e del mio pigiama. Avete presente quando avete 11 anni e pensate che mondo gira intorno a voi tipo Truman Show? Ecco.
Il colloquio è stato una scena pietosa, in matematica sono sempre stata una capra e in quel momento sono tornata nel 1992, sono con qualche ruga e smagliatura in più.
Una opinione su "Quell’inspiegabile senso di inadeguatezza"