Esiste un conflitto tra donne con figli e donne senza figli?

Il monologo di Chiara Francini mi ha fatto molto riflettere. Anzi, all’inizio mi ha scocciata. In particolare, la frase in cui l’attrice dichiarava di sentire “qualcosa che le scoppiava dentro” quando una sua amica le annunciava la propria gravidanza.

Ma come, le mie amiche che, per scelta, hanno deciso di non avere figli o comunque di rinviare un’eventuale maternità, erano pur sempre mie amiche. Se è una scelta consapevole e matura, perché non essere felici per l’altra? Perché questo riportare tutto a sé stesse?

Io ho desiderato diventare madre da quando ero molto piccola. Posso dire che in certi momenti la maternità è diventata una vera e propria ossessione ed è stata la mia prima priorità nella vita. Ora ho 41 anni e tre figli. Era quello che volevo. Tuttavia, è ovvio che questa scelta ha comportato tantissimi sacrifici, soprattutto in ambito lavorativo. Quando le mie amiche senza figli mi annunciano grandi promozioni, cambiamenti lavorativi che comportano dei ritmi e un impegno che io non potrei permettermi per via dei miei figli, cosa provo? Sicuramente una buona dose di frustrazione iniziale, ma non il terremoto emotivo descritto da Francini.

In senso più ampio, dobbiamo astenerci dal dare una buona notizia che ci riguarda a una persona che vive una vita diversa dalla nostra? Qual è il giusto equilibrio tra entusiasmo per sé stesse e tatto verso l’altro? È una domanda molto complessa, di cui sicuramente non ho la risposta.

Ho riassunto queste miei idee in un post pubblicato su Facebook e, cosa mai successa, mi hanno scritto in privato diverse donne dicendomi che si sono riconosciute nelle parole di Francini. In parte perché le donne incinte o con figli cambiano, parlano solo di quello e diventano egocentriche, in parte perché si può scegliere di non avere figli, ma scatta comunque dentro qualcosa di poco identificabile quando si viene confrontate alla gravidanza di un’altra. Tanti sentimenti ambivalenti intersecati tra loro.

Ci ho pensato, è vero che dal momento in cui il test di gravidanza diventa positivo, diventiamo altre. Le donne senza figli si arrabbiano quando una madre dice loro “tu non hai figli quindi non puoi capire”. Era una frase che faceva infuriare anche me. Sicuramente non è una cosa da dire perché supponente e offensiva. Tuttavia, la maternità è un’esperienza talmente totalizzante, che coinvolge sia la nostra psiche che il nostro corpo che è veramente difficile fare capire cosa si provi a una persona che non lo ha mai vissuto. Tutte noi, dopo aver avuto un figlio, ci siamo rese conto che prima non sapevamo minimamente di cosa si trattasse, ed è una constatazione che sento immancabilmente pronunciare dalle mie amiche dopo il parto.

Ciò non significa però che la trasformazione in mamma totale sia giusta e non sia offensiva verso le donne che hanno compiuto altre scelte. Io conosco solo la mia esperienza e non ne avevo mai parlato così apertamente con donne con vissuti diversi. Credo stia qui la chiave, come sempre, il confronto, il dialogo, specialmente tra donne. Come non esiste un femminismo, ma dei femminismi, esistono mille modi per vivere o non vivere la propria maternità. Mi dispiace se i miei comportamenti e le mie parole hanno causato dolore in queste donne e quello che vorrei è che non ci si metta più le une contro le altre. Questo confronto mi ha fatto capire tante cose, anche su me stessa e vorrei ringraziare Chiara Francini e le donne che mi hanno contattato per aver aperto un dibattito così importante e divisivo.

Rispondi

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: