Partorirai con dolore e poi … sarai aggiunta in quattro chat delle mamme

Roba da farvi rimpiangere quella riunione di condominio in cui la vostra vicina si scannava con l’amministratore per la sopravvivenza della sua serra abusiva o quella volta in cui vi siete fatte 4 ore di fila in piedi all’anagrafe col cellulare scarico e il signore con l’alitosi dietro.

Benvenuta nella chat delle mamme!

Benvenute all’inferno

Auguri e augurissimi per ogni compleanno? Emoticons e GIF di mimose mannare l’8 marzo o Babbi Natale psichedelici, befane, uova di Pasqua e colombe (ce n’è per ogni ricorrenza)? Petizioni perché a Gigino non piace la pasta della mensa o perché a Lollo è stato messo 4 ( poverino a 12 anni non sapeva la tabellina del 3 ma così gli va giù l’autostima)? Polemiche tra madri sul regalo di Natale alle maestre?

No, non siete finite all’infermo ma siete state aggiunte alla chat delle mamme, ovvero un gruppo Whatsapp che include tutte le mamme della classe.

Roba da farvi rimpiangere quella riunione di condominio in cui la vostra vicina si scannava con l’amministratore per la sopravvivenza della sua serra abusiva o quella volta in cui vi siete fatte 4 ore di fila in piedi all’anagrafe col cellulare scarico e il signore con l’alitosi dietro.

Già il fatto che si chiami “chat delle mamme” e non “chat dei genitori” ci restituisce una fotografia preoccupante di come la gestione dei figli sia considerata di default una prerogativa materna. Nessuna novità qui, come quando vostro figlio si sente male a scuola, chi chiameranno per primo? Voi! E se non rispondete? Chiameranno il papà, ma inizieranno la telefonata con un “Mi scusi ma sua moglie non ha risposto”.

 Le madri vengono aggiunte in automatico mentre i pochi padri presenti (nelle chat dei miei figli rispettivamente 0, 2 e 1 padri in chat). A cosa servono queste chat? Teoricamente a garantire la comunicazione tra scuola e genitori (attraverso le rappresentati). Dico teoricamente perché questi gruppi degenerano molto rapidamente in sessioni di brain storming su qualsiasi tematica che riguarda vagamente la scuola, parole in libertà e appunto gli auguri seriali di cui sopra.

E poi ci sono loro, quelle che mandano i messaggi vocali. O meglio dei veri e propri podcast che io, lo confesso, non sono mai riuscita ad ascoltare per intero, neanche a velocità raddoppiata.

Fatto sta che diventa molto complicato (per me impossibile) seguire le comunicazioni importante perché vengono annegate in un mare di messaggini, risposte ed immagine inutili  e che fanno solo perdere tempo ed energia.

Perché i gruppi delle mamme siano così infernali in Italia? Sinceramente non lo so. Forse qualcuno di voi potrebbe trovare qualche motivo sociologico o culturale (Siamo il paese dei figli unici e quindi questo figlio riceve attenzioni smisurate? Siamo un popolo incline alla polemica e ai convenevoli? Troppa pressione sulle madri che alla fine sbroccano?)

Cosa succede negli altri paesi?

Quello che so è che quello delle chat delle mamme, è fenomeno esclusivamente italiano. Ho fatto un piccolo sondaggio in un gruppo Facebook di italiani che vivono all’estero. È emerso che in numerosi paesi i gruppi Whattsapp dei genitori non esistono proprio nella maggior parte dei casi (USA, Canada UK, Belgio, Scandinavia), una persona mi ha addirittura detto che nella scuola di Londra della figlia, questi gruppi sono addirittura vietati. In Francia e Spagna esistono in alcuni casi ma sono presenti anche i padri (quindi non “chat delle mamme” ma “chat dei genitori”) e soprattutto si usano unicamente per comunicazioni essenziali, senza commenti vari.

Ecco alcune testimonianze:

“La scuola primaria dei miei figli le ha vietate, per fortuna. Siamo a Londra.”

“Berlino, Germania, non esistono nella nostra scuola elementare né all’asilo. Le famiglie rappresentanti i genitori comunicano le informazioni importanti via e-mail di gruppo (nascondendo gli indirizzi). La privacy qui, soprattutto quella digitale, è considerata molto importante (nemmeno si condividono le foto delle gite o degli eventi per e-mail)”

Helsinki, scuola internazionale… Ho un gruppo per WhatsApp per le due classi dei miei figli… Niente foto e auguri vari (al massimo per fine anno), comunicazione importanti, reminder, eventi a scuola, nessuna polemica”

“Svezia: No! Grazie a dio. Abbiamo l’app tramite la quale vediamo gli orari dei bambini, possiamo aggiungere le loro assenze e se dobbiamo prenderli in anticipo. Possiamo vedere le loro foto caricate dalle maestre, seguire le loro attività e ricevere notifiche.”

“La scuola di mio figlio ci fornisce un’applicazione attraverso la quale possiamo comunicare solo con la preside e le maestre. Per comunicare con le mamme nessun gruppo WhatsApp, con alcune ci siamo scambiate il numero in occasione di qualche compleanno. Abito in Francia.”

Spagna. Io sono in uno della classe (1 elementare) ed è tranquillo. Niente polemiche, niente auguri, niente “stronzate”. C’è stato qualche problemino nella scuola con la direttrice e se n’è parlato ma in modo civile e cmq sono stati un paio di giorni. Io varie volte ho chiesto info (tipo iscrizioni, liste libri materiale ecc.) e sono sempre stati tutti gentili. Comunque, credo di essere fortunata anche se in Spagna non sono particolarmente polemici (generalizzando) per quanto riguarda la mia esperienza”

“Grazie a dio a Montréal non esistono. Abbiamo un gruppo Facebook dei genitori della classe ma non ci scrive mai nessuno. (Scuola primaria)”

Vogliamo crescere degli inetti irresponsabili?

Dire “ai miei tempi non c’era WhatsApp e si stava meglio” verrebbe spontaneo, ma racchiude un’ideologia alla quale sono contraria. Io sono una grande sostenitrice del progresso tecnologico e non mi sentirete mai dire “si stava meglio prima”. Credo che qui, il fenomeno delle chat delle mamme sia il riflesso della concezione del rapporto madre-figlio che sta prenderono piede nel nostro paese. Mettere questo figlio al centro delle nostre vite è giusto, tuttavia, questo eccesso di protezione, questo dover gestire tutto per lui (dalla preparazione dello zaino al cibo che gli piace alla mensa) è, a mio avviso qualcosa di molto pericoloso per lui. Se continuiamo così, rischiamo di crescere degli inetti che non sapranno mai prendersi le proprie responsabilità.

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